Buonasera.
Non sono proprio una novellina del mondo dei blog, ma diciamo pure che credevo di aver chiuso quel capitolo della mia vita; invece, eccomi qui, di nuovo davanti ad un text editor che mi implora (?) di “Pubblicare il post”.
Stavolta ho deciso di aprire un blog a scopo auto terapico, in altre parole, per avere un’ancora di salvezza che mi mantenga lucida in un periodo veramente da perdere il senno. Ma anche, perché no, per dire ad altre (s)fortunate ragazze nella mia posizione: hey, non siete le sole. Nessuno che non ci sia passato ci capisce, ma noi si, noi lo sappiamo bene cosa significa, essere una STAGISTA.
Ebbene, dopo due mesi di stage, lo scorso giovedì ho avuto quello che si può definire a psychological breakdown, altresì definito: scoppiare a frignare in ufficio. Dopo questo episodio ho capito di aver bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita, se voglio continuare questo percorso ed uscirne vincente (e viva).
Ho sentito il bisogno di rivolgermi a me e a voi per affrontare questa fase della mia vita: non mi basta stressare il povero fidanzato o chiunque abbia la malaugurata idea di chiedermi: “come va il lavoro?”, devo buttare tutto fuori, e conosco un unico modo per farlo veramente: scrivendo. E sono anni che non scrivo per me o per scopi non puramente lavorativi/accademici, pertanto mi sento alquanto inadeguata in questo momento. Ma devo farlo.
Spero che questo blog sia utile a qualcuno oltre che a me, ma se così non fosse, mi accontento.
Ordunque. C’era una volta, una ragazza molto diligente che ha sempre fatto il suo dovere ed ha sempre ritenuto che il lavoro nobilitasse l’uomo (ecco, forse solo lui). Questa ragazza ha avuto varie esperienze lavorative sin dai sedici anni, del tipo cameriera et similia, non tanto per esigenze economiche (anzi, la famiglia non è mai stata troppo d’accordo) quanto per il “puro gusto” di non starsene con le mani in mano. Nel frattempo la ragazza ha studiato e si è laureata in triennale di lingue e informatica, iscrivendosi subito dopo alla magistrale in editoria (digitale, il campo che le interessava). Stava giusto pensando di dedicarsi un intero anno solo allo studio per finire in tempo anche la seconda laurea quando riceve una chiamata: una proposta di lavoro. La ragazza, ben conscia dei tempi di crisi economica, non avrebbe mai rifiutato un posto di lavoro seppur non ricercato, così va, supera due fasi di colloqui e guadagna il posto. Ciò che questa azienda le propone nel dettaglio è: un lavoro come addetta Ufficio Acquisti con contratto di stage semestrale, seguito da un contratto a tempo determinato di un anno, dopodiché un contratto a tempo indeterminato. La ragazza non poteva credere alle sue orecchie e alla sua fortuna. Certo, i primi sei mesi con un rimborso spese di cinquecento euro non sarebbero stati una passeggiata, ma se era tutto per the greater good, era pronta a rimboccarsi le maniche. Ed ecco che scoprì che il tutto era…
‘NA GRANDISSIMA SOLA!
Undici ore in ufficio ogni giorno a fare tutto ciò che agli altri non va di fare (eh, ma è la gavetta!), a fare la segretaria risponditelefono-portacaffè-archiviadocumenti, ah, e poi certo, anche il lavoro dell’Ufficio Acquisti. Ma va bene, la ragazza non si arrende, vuole il contratto a tutti i costi, e poi il duro lavoro non la spaventa. Ci sono vari atteggiamenti da parte di colleghi/superiori che non facilitano le cose, e gli orari non lasciano spazio per fare alcunché nel tempo libero, figurarsi preparare gli esami che rimangono o, utopia!, avere un po’ di svago.
Bene, è da qui che voglio partire. Oggi è domenica, ciò significa che domani inizia una nuova settimana. Dovrei già essere a letto, visto che la sveglia suona alle sei (devo fare 25km per arrivare in ufficio, che si trova appena fuori Roma, e ovviamente sono la prima ad attaccare per aprire l’ufficio alle otto e preparare le stanze di tutti).
Queste ultime due settimane sono state abbastanza buie, per questo il mio proposito insieme all’inizio di questo blog è quello di ritagliare un po’ di spazio per me e il mio benessere e ritrovare l’entusiasmo dei primi giorni a lavoro.
Seguirete i miei progressi e le mie cadute per arrivare alla fine di questo stage, per scoprire cosa veramente ci sarà dopo.
Quindi, primo obbiettivo: arrivare sana e salva al prossimo aprile.
Benvenuti a bordo!